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#1 | |
Utente Esperto
![]() ![]() ![]() ![]() Data di registrazione: Jul 2010
Ubicazione: Roma
Messaggi: 2,951
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![]() Riprendo la discussione sui dischi di Airy sviluppata in un altro thread.
Quote:
1) dalla lunghezza focale del sistema obiettivo dipende la scala dell'immagine 2) dal diametro dell'obiettivo dipende il potere risolvente e quindi la dimensione assoluta (riferita alla sfera celeste e misurata in secondi d'arco) dei dischi di Airy Se ne deduce che al variare di lunghezza focale e diametro dovremo aspettarci immagini diverse. Lasciando inalterato il diametro dell'obiettivo ed aumentando la lunghezza focale aumenteremo la scala dell'immagine. Stante che il potere risolvente non varia, aumenterà di conseguenza la dimensione (in micron) dei dischi di Airy sul piano focale. L'ingrandimento al quale si cominciano a vedere i dischi di Airy è pari al diametro in mm dell'obiettivo (per vederli meglio si può arrivare al doppio di questo valore, ingrandimento oltre il quale non si guadagna più nulla in termini di "visione del dettaglio") Aumentando la lunghezza focale (p.e con una barlow) a parità di oculare avremo un ingrandimento maggiore, mentre potremo ottenere lo stesso ingrandimento, e virtualmente la stessa immagine ottenuta in precedenza, con un oculare di focale proporzionalmente più lunga. A parità di lunghezza focale, obiettivi di diverso diametro danno immagini della stessa dimensione, ma con differente resa del dettaglio. L'obiettivo di diametro maggiore avrà un maggior potere risolvente, di conseguenza dischi di Airy più piccoli (in micron) sul piano focale. Osservando con lo stesso oculare il rapporto di ingrandimento sarà identico, ma l'obiettivo di diametro maggiore fornirà immagini più luminose e più nitide. La percezione del dettaglio e dei dischi di Airy richiederà ingrandimenti maggiori, coerentemente con quanto già detto (ingrandimento pari al diametro obiettivo, o al più doppio). Per chiudere: In condizioni ideali la qualità dell'immagine resa all'occhio sarà di qualità analoga a parità di rapporto tra ingrandimento e diametro obiettivo. "Qualità analoga" significa identica luminosità ed analoga percezione di dettaglio. Questo significa che l'immagine fornita a 100x da un obiettivo di 100mm di diametro è analoga a quella fornita a 200x da un obiettivo di 200mm (per estensione, ovviamente, a quella fornita a 600x da un obiettivo di 600mm di diametro). "Condizioni ideali" sottendono un seeing perfettamente stabile, assenza di turbolenze interne ed esterne al tubo ed ottiche non tensionate/deformate. Queste condizioni non sempre si verificano, ed anzi la loro "criticità" è maggiore all'aumentare del diametro. Questo significa che un obiettivo di piccolo diametro raggiungerà più spesso e più facilmente le condizioni limite ed ottimali per il suo utilizzo rispetto ad un telescopio di grande diametro, e che a parità di condizioni di contorno "inidonee" (seeing turbolento) lo strumento più grande subirà un "livellamento" prestazionale al ribasso, ma comunque non inferiore a quello di ottiche di diametro più ridotto.
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Il mio libro: "Il cielo ritrovato" -> http://www.trekportal.it/coelestis/s...ad.php?t=59896 ---------------------------------------------- L'astronomia visuale raccontata in un blog -> Diario di un ritorno alle stelle |
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#2 |
Utente Senior
![]() ![]() ![]() Data di registrazione: Apr 2010
Ubicazione: Cittadella (PD)
Messaggi: 1,255
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![]() Quello che non mi è chiaro, è che se la dimensione del disco di Airy aumenta con la focale, questo significa un peggioramento del potere risolvente o no? In altre parole, se osservo una doppia molto stretta con due strumenti dello stesso tipo, pari diametro e qualità, ma uno con focale 500 mm e l'altro 1000 mm, se separo appena la doppia col 500 mm, significa che non la separo col 1000? O non funziona così?
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Rifrattori: Celestron Omni XLT 120; Sky-Watcher BD 102/500 e 80/400; GSO 90 f/11; Ziel Gem 35 Riflettori/Catadiottrici: GSO 150 f/6 Newtonian; Celestron C5 XLT; Tanzutsu 114/1000; Sky-Watcher Mak 90 Montature: Celestron CG-4; Celestron CG-3; Sky-Watcher NEQ3; EQ1; TS Triton AZ |
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#3 |
Utente Senior
![]() ![]() ![]() Data di registrazione: Apr 2010
Ubicazione: Cittadella (PD)
Messaggi: 1,255
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![]() Ovviamente intendo anche allo stesso ingrandimento
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Rifrattori: Celestron Omni XLT 120; Sky-Watcher BD 102/500 e 80/400; GSO 90 f/11; Ziel Gem 35 Riflettori/Catadiottrici: GSO 150 f/6 Newtonian; Celestron C5 XLT; Tanzutsu 114/1000; Sky-Watcher Mak 90 Montature: Celestron CG-4; Celestron CG-3; Sky-Watcher NEQ3; EQ1; TS Triton AZ |
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#4 | |
Utente Esperto
![]() ![]() ![]() ![]() Data di registrazione: Jul 2010
Ubicazione: Roma
Messaggi: 2,951
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![]() Quote:
Il potere risolvente resta identico, il dettaglio dell'immagine resta identico, solo è tutto "più largo". ![]()
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Il mio libro: "Il cielo ritrovato" -> http://www.trekportal.it/coelestis/s...ad.php?t=59896 ---------------------------------------------- L'astronomia visuale raccontata in un blog -> Diario di un ritorno alle stelle |
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#5 |
Utente Senior
![]() ![]() ![]() Data di registrazione: Apr 2010
Ubicazione: Cittadella (PD)
Messaggi: 1,255
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![]() Capito
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#6 |
Messaggi: n/a
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![]() Ringrazio il Sig. Marcopie per le spiegazioni che mi stanno aiutando a comprendere meglio quanto si diceva nell'altro 3D.
Lo ringrazio anche per aver lasciato uno "spiraglio" per l'uso di strumenti di apertura ridotta che in siti dalle condizioni non ideali continuano perciò ad avere un loro perchè. Questo potrebbe spiegare (ma lo avevo già detto anche io in diverse occasioni) perchè ci sono astrofili che, nonostante le leggi dell'ottica, osservando abitualmente in siti tutt'altro che ideali (ad esempio da una città) apprezzano molto le osservazioni fatte con strumenti a lente (magari di notevole qualità, che non guasta... tranne il portafoglio ![]() CZJ |
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#7 |
Utente Junior
![]() Data di registrazione: Jan 2007
Messaggi: 176
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![]() Spero di aver capito questi due punti :
-A pari diametro / ingrandimento la puntiformià rimane inalterata,giusto? -La differenza tra un tele di focale 500mm e un 1000mm è solo nel diametro del disco di Airy ( > nel 1000 ),giusto? Grazie
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Strumentazione: Takahashi FC-100DL Carl Zeiss AS 80/1200 1Q (su meccanica NortheK) Pentax SMC - TMB Super Monocentric Nikon 12x50 SE CF - Tento 20x60 (1988) - Opticron SR.GA 8x32 |
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#8 | |||
Utente Esperto
![]() ![]() ![]() ![]() Data di registrazione: Jul 2010
Ubicazione: Roma
Messaggi: 2,951
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![]() Quote:
Quote:
Ovviamente strumenti più piccoli producono anche meno stress per la "messa in opera" e consentono di osservare più frequentemente (il che può abbondantemente compensare le inferiori prestazioni ottiche). A parità di diametro/ingrandimento le immagini di due strumenti dovrebbero essere indistinguibili... salvo problemi derivanti dalla diversa costruzione ottica (ostruzione) o della qualità di lavorazione delle superfici. Diciamo che osservando in un 10cm f/5 con un oculare da 10mm si dovrebbe vedere un'immagine pressoché uguale a quella data da un 10cm f/10 con un oculare da 20mm. Il "pressoché" è dovuto alle problematiche ottiche e tecnologiche derivanti dal costruire lenti/specchi con curvature elevate (lavorazione più complessa) o l'esigenza di contenere le aberrazioni prodotte da soluzioni a focale corta (cromatismi). Risolte queste (con vetri ED e costi più elevati per la corta focale) la qualità dell'immagine dovrebbe essere identica. Quote:
Provo a spiegarmi con un disegno:Vengono confrontate le dimensioni sul piano focale dei dischi di Airy prodotti da tre strumenti, prima con una stella singola, poi con una stella doppia (all'atto pratico ciò equivale ad osservare l'immagine formata dai tre obiettivi con uno stesso identico oculare, idealmente 100x nel primo caso e 200x nel secondo e terzo). Spero sia abbastanza chiaro adesso... ![]()
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Il mio libro: "Il cielo ritrovato" -> http://www.trekportal.it/coelestis/s...ad.php?t=59896 ---------------------------------------------- L'astronomia visuale raccontata in un blog -> Diario di un ritorno alle stelle Ultima modifica di Marcopie : 16-11-10 11:50. |
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#9 |
Utente Junior
![]() Data di registrazione: Aug 2019
Messaggi: 2
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![]() Riprendo questa interessante discussione di qualche anno fa che prendeva spunto da un altro thread:
http://www.trekportal.it/coelestis/s...t=34815&page=3 (e che fu aperta, credo, per non andare OT). Al post n.24 (di pagina 3) viene inserita la seguente scheda: https://www.telescope-optics.net/ima...iffraction.PNG A qualcuno dei "vecchi" partecipanti chiedo consiglio perchè non mi raccapezzo sulle due formule relative al raggio e alla misura angolare del disco di Airy. Dunque: con "lambda" si indica la lunghezza d'onda; con "f" la lunghezza focale; con "F" il rapporto focale (f/D); Ebbene, volendo fare qualche "conticino", come vanno misurate le varie grandezze? lambda: 0,55 micron? (oppure in nanometri: 550) f: in mm? D: in mm? Grazie |
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#10 |
Utente
![]() ![]() Data di registrazione: Sep 2009
Messaggi: 768
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![]() dipende, nella prima formula del raggio lineare del disco di Airy se vuoi il risultato in micron devi mettere la lunghezza d'onda in micron (mentre F=f/D, usando la terminologia dell'immagine, è adimensionale) quindi ad es. se :
F = f/D = 5 lambda = 0,55 micron 1,22 * 5 * 0,55 = 3,4 micron se invece vuoi calcolare l'altra formula che dà il raggio angolare devi esprimere sia lambda che D nella stessa unità di misura ad es. in metri |
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