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Re: Verso il default
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Anche se una cattiva gestione peggiora più velocemente i rapporti di ricchezza fra i ceti. Non c'è nessuna ragione per far compartecipare i manager agli utili favolosi delle banche (nei periodi di boom), supponendo derivino dalle loro decisioni e capacità. Perché un euro in più nelle loro tasche significa un euro in meno nelle tasche dell'economia reale di aziende produttrici e lavoratori. |
Re: Verso il default
Anche produrre auto non fa poi così bene al pianeta e all'economia reale, almeno in senso assoluto, basta pensare ad inquinamento, incidenti eccetera... Lo stesso dicasi per l'agricoltura, per l'allevamento, per l'informatica... ogni cosa che facciamo ha un ritorno sia positivo (posti di lavoro, indotto eccetera) sia uno negativo
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Re: Verso il default
Come ci diceva il buon Aspesi:
ttp://www.corriere.it/lettere-al-corriere/12_Gennaio_26/Euro-e-sterlina_a5a0d6c8-47ea-11e1-9901-97592fb91505.shtml Dark |
Re: Verso il default
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"La scure di Cameron sui super guadagni dei manager della city" Se ne stanno accorgendo anche loro che l'elastico si sta spezzando, con 4 milioni di sterline di retribuzioni medie degli amministratori delegati e 26 mila sterline degli impiegati. "Il governo vuole più controlli e trasparenza sui redditi più alti" Io ritengo però che il sistema "dal suo interno" non può guarire. Quanto sono lontani i tempi di Mattei, che, avendo un'azienda chimica di famiglia, riteneva di essere con l'Eni in conflitto di interessi e devolveva tutto il suo stipendio al Monastero delle Clarisse di Matelica! Senza contare Adriano Olivetti, che aveva imposto una regola ferrea: "Nessun dirigente, neanche il più alto, deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minimo." (Perché l'èlite, la gratificazione del lavoro ed il sapere in una società civile non si dovrebbero misurare dalla busta paga) |
Re: Verso il default
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Re: Verso il default
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In un'altra occasione ricordo che avevo parlato di un fattore 40 come accettabile ed equo. Ma, ad esempio, nel 2010 Profumo ha ricevuto un compenso di 40,59 milioni di euro come amministratore dell'Unicredit (compresa la liquidazione di 38 milioni); dopo averla portata sull'orlo del fallimento con gli acquisti gonfiati ed incauti delle banche dell'Est Europa e l'inglobamento di Capitalia (banca di Roma) a prezzi assurdi. |
Re: Verso il default
eccoli i responsabili numero 1 e 2.
![]() Da qui iniziano i guai. Con loro le maestranze si trasformarono da risorsa in costo. L'operaio non era una risorsa per l'azienda ma un costo da tagliare. In quel periodo i manager più pagati erano quelli che più licenziavano. Adesso li celebrano come dei geni, dei giganti della politica. Sta uscendo pure in film in questi giorni e magari c'è gente che lo va a vedere. Qualcuno li rimpiangerà... pure.:spaf: |
Re: Verso il default
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Sono discorsi inutili, se uno è capace deve guadagnare e se guadagna anche 10000 volte quello che guadagna un operaio affari suoi. La gente vive anche con poco, non si lamenta, non fa rivoluzioni perchè prende la paga minima e il mondo va avanti così da quando è nata l'economia.... anzi, in passato era ancora peggio. Quindi lasciamo perdere il "quanto" e parliamo del "come", perchè guadagnare rubando è diverso da guadagnare lavorando. Oppure parliamo del fatto che in Italia di gente che diventa milionaria da zero se ne vede molta poca a causa di un sistema retrogrado che costringe chi ha le capacità ad andare all'estero. |
Re: Verso il default
Leggi e impara (se ne sei in grado):
MORTO NEL 1960 CON ALL'OLIVETTI 36000 DIPENDENTI http://it.wikipedia.org/wiki/Adriano_Olivetti (I miei discorsi sono utili solo per chi vuole capire..) |
Re: Verso il default
L'Olivetti l'ha uccisa De Benedetti, che ha scaricato otre 3000 dipendenti sull'impiego pubblico con la complicità di governanti, sindacati e partiti politici.
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