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Re: Verso il default
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Ne dubito assai :( (Nonostante i corvi, il default dell'Italia non ci sarà: a meno che la politica continuerà a porgersi a 90 gradi davanti alla BCE. Il debito dell'Italia è bene resti "in Italia": convincendo o "costringendo" quelli che hanno i soldi, patrimoni e alti redditi, ad acquistare i titoli in scadenza "a rendimento uguale ai bund tedeschi", altro che lasciarsi massacrare dalla speculazione) |
Re: Verso il default
puoi convincere o costringere i residenti in italia a sottoscrivere titoli italiani alle condizioni di quello tedesco, però i residenti coprono solo metà di tale debito, come tu ricordi.
per l'altra metà, come facciamo? potremmo rinnegarlo, ma di certo poi non avremmo più credito dall'estero per diverse generazioni a venire. peccato che quella metà di debito vada invece rinnovato subito, pena l'insolvenza, cioè la sospensione degli stipendi pubblici e delle pensioni, ad es. |
Re: Verso il default
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Nessuna sospensione degli stipendi. Una soluzione semplice (ma difficile da far digerire a chi ha i soldi e a un parlamento di inetti prezzolati) è ad esempio: http://www.trekportal.it/coelestis/s...&postcount=182 |
Re: Verso il default
Come mi sembra di aver già detto, visto che è richiamato nella discussione linkata da Aspesi: Non è che la svendita della roba di stato conviene a qualche "amico"? :fis:
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Re: Verso il default
Esiste qualcosa che non si faccia ANCHE per convenienza economica al nostro mondo?
Per esempio, se l'Italia è prossima al default ma non ci va, quanti ci guadagnano speculandoci sopra? |
Re: Verso il default
questa è facile: ci guadagnano tutti quelli che comprano titoli di stato ai prezzi odierni.
però nel discorso comune molti li chiamano patrioti, altro che speculatori. secondo me, non sono nè l'uno nè l'altro. è gente che decide con la propria testa e coi propri soldi. |
Re: Verso il default
Due risate (amare...)
http://www.corriere.it/foto_del_gior...ae399559.shtml http://www.corriere.it/foto_del_gior...a0df10bc.shtml Dark |
Re: Verso il default
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Per carità, esiste ancora. La vecchiettà che ha messo da parte i soldi per la nicchia, il pensionato che ha impiegato la liquidazione, che ha messo da parte i risparmi per il futuro dei figli. Tutto vero e questi vanno protetti e coccolati. Ma qui si parla di grandi banche, cinque per l'esattezza che assieme ad altri cinque istituti finanziari fanno il bello e il cattivo tempo. Giocano sulla vita di miliardi di persone. Fanno cadere governi. Questi rappresentano già oggi un reale pericolo per la democrazia. Questi pazzi vanno fermati e visto che sono più potenti degli stati hai un solo modo per farli cadere. Il portafogli. Gli bruci le cartacce che hanno in mano e fine della storia. Si gira pagina. |
Re: Verso il default
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il corso azionario ad es. di montepaschi siena, banca plurisecolare controllata dalla fondazione cittadina e non da banchieri in ghette, sigaro e cilindro, è passato da €3,5 a €0,35 in 4 anni. e questi sono i padroni dell'universo? io cerco di evitare che nella discussione comune si ecceda nella semplificazione arbitraria. di quello che non si conosce, sarebbe opportuno tacere ed ascoltare invece con pazienza. |
Re: Verso il default
le grandi banche italiane nel panorama internazionale contano come il due di briscola.
Non occorre essere dei premi nobel per capire questo e quando è scoppiata la crisi in tanti dicevano che le nostre banche si erano salvate perchè non parlano l'inglese. In questa affermazione c'è tutto il "peso" del nostro sistema bancario nel panorama internazionale. Consiglio per domani sera: EFFETTO VALANGA Report RAI 3 In onda domenica 30 ottobre 21.30 Rai3 "Trader, default, spread, orsi e tori: termini che ormai sono entrati nei nostri discorsi quotidiani: è il linguaggio ai tempi della crisi. Ma come stanno effettivamente le cose? Qual è lo stato reale dell’economia? C’è la crisi ma per chi? I valori dei prodotti delle operazioni finanziarie, per esempio, sono stati otto volte superiori a quelli che producono tutti insieme settori vitali della nostra economia come l’agricoltura, le industrie e i servizi. Come al solito c’è chi prende tanto, chi sempre di meno e chi rimane a bocca asciutta. Ma quanto potrà continuare questo meccanismo. Dipende solo da quanto sarà capace, chi ha interesse a non spartire la torta in parti uguali, a raccontare che il tesoro non c’è più. E soprattutto da quanto sarà bravo nel convincerci che la nostra qualità di vita dipende esclusivamente da come funzionano, giorno dopo giorno, i mercati finanziari. Così il nostro futuro , e quello degli Stati è legato ai complessi giochi della speculazione in Borsa e alle decisioni di Banche Centrali e enti sovra-nazionali. Report, in un’inchiesta di Michele Buono , è andata a vedere come stanno realmente le cose e chi sono le agenzie di Rating che con un semplice voto decidono la nostra sopravvivenza o disperazione." |
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